Popò, pipì e diritti umani
Strano a dirsi, ma è proprio così. Due film-bomba, che i miei bambini hanno voluto vedere più volte, hanno in comune questi elementi narrativi fuori dall’ordinario.
“The Help” e “Il diritto di contare” parlano della discriminazione fra bianchi e neri negli Stati Uniti degli anni sessanta.
Vista dalla parte delle donne, quindi alle difficoltà per il colore delle pelle dovete sommare quelle dovute agli stereotipi di genere.
Preparatevi, signore: arrabbiatura assicurata.
“The Help” parla della situazione delle domestiche afroamericane, e del tentativo di una giovane scrittrice di pelle bianca di dare loro voce: raccoglie le loro storie in un libro che viene pubblicato come anonimo, e diventa un piccolo grande scandalo che manda finalmente all’aria alcuni malsani equilibri.
“Il diritto di contare” è invece la storia vera di tre scienziate di colore che hanno lavorato alla Nasa dando per molti anni un grande contributo alla ricerca aerospaziale.
Mia figlia le ha riconosciute subito, aveva letto la loro storia nel secondo volume delle “bambine ribelli“.
Cosa accomuna questi due film? Cosa li rende interessanti per un bambino, anche se trattano un tema così spinoso?
La prima cosa che ho notato è un uso “positivo” della fotografia.
Sono film luminosi, solari, colorati, estivi. Niente brutti momenti o brutte stagioni. La storia è già sgradevole di per sé, il sole non fa che rendere ancora più assurde le brutture dell’animo umano.
La seconda è un uso “positivo” della narrazione.
Ne “Il diritto di contare” le tre scienziate sono mogli e madri moderne, vestono in modo elegante e curato (una ha arredato la casa con mobili contemporanei) hanno menti brillanti e soprattutto non si lasciano abbattere dalle infinite difficoltà imposte dai bianchi.
Insomma, la realtà c’è tutta, ma senza appesantirla.
In questo modo anche un bambino può capire la storia senza venirne travolto emotivamente.
Anzi no: a onor del vero in “The Help” ci sono due scene difficili, ma ho scelto comunque di vederle insieme ai bimbi. In una di queste scene, Celia, bianca svampita ma affettuosa, ha l’ennesimo aborto spontaneo. Si vede poco, ma qualcosa va spiegato. Nell’altra, Aibileen, domestica, racconta di come il suo unico figlio è morto in un incidente sul lavoro.
Sono situazioni dolorose ma che purtroppo fanno parte della vita anche adesso.
Però nello stesso film c’è la famosa “torta di cacca”, il momento clou che ha esaltato mio figlio piccolo (sette anni): esasperata dal proprio licenziamento, la domestica Minnie prepara per la sua crudele e boriosa ex-datrice di lavoro una squisita torta al cioccolato. Mentre questa se la pappa avidamente, convinta che sia un tentativo di riguadagnare il posto di lavoro, Minnie le svela che fra gli ingredienti c’è… la sua popò!
Tripudio! Si sa che la cacca per i bambini è un espediente narrativo fantastico..
E la pipì? È nell’altro film. L’unico momento in cui la protagonista, finalmente e a buon diritto, perde le staffe, una vera scena madre.
Katherine, brillante matematica, viene ripresa dal capo per le sue lunghe pause, e deve raccontare che semplicemente per andare al bagno un paio di volte al giorno deve fare chilometri, anche sotto la pioggia, perché nell’edificio in cui è stata assegnata non ci sono toilettes per i neri. E dato che la misura è colma, può finalmente alzare la voce per svuotare il sacco e dire tutto quello che pensa. Secondo tripudio.
Segue un’altra scena madre in cui il suo capo (Kevin Costner) abbatte le insegne delle toilette “per neri” e dice che alla Nasa “La pipì ha tutta lo stesso colore”. Terzo tripudio.
Insomma, non sono due film facili, perché non si tratta di storie facili.
Ma sono storie vere, e hanno tanto di insegnare.
Ormai i miei figli hanno capito che un film è frutto di una costruzione, sanno che gli attori si possono vedere in più racconti e interpretano personaggi diversi.
Qui per esempio troviamo la stessa attrice (Octavia Spencer) in entrambi i film. La protagonista coraggiosa di “Jurassic World”, in “The Help” interpreta la cattivissima Hilly, quella che si mangia la torta di cacca.
Dopo i film ci divertiamo a vedere le papere (bloopers), i dietro le quinte e i contenuti speciali per smontare un po’ il giocattolo, e mettere un po’ di sana distanza dalle emozioni che la storia ha risvegliato, soprattutto se sono state forti.
Però se posso discutere sull’utilità educativa dei film coi dinosauri, per questi due direi che un po’ di emozione è il giusto prezzo da pagare. Per conoscere, per crescere.