Ti mangio!
I mostri delle favole, è risaputo, ti ingoiano tutto intero.
Se no come faresti a uscire indenne dal loro panzone? Dopo che il classico cacciatore l’ha squarciato col coltello, o – come in questo caso – quando una sorellina coraggiosa ti viene a salvare con una torcia in mano?
“Questo libro è una valanga.
Come tutte le valanghe, inizia in modo quieto”
Così dice la quarta di copertina.
“Ti mangio”, di John Fardell, ha l’aspetto di un classico libro per bambini, ma appena iniziato ti conquista, e crea una vera dipendenza.. Non conto più quante volte l’abbiamo preso in mano!
In questo post troverete molte immagini, così capite meglio di cosa sto parlando …e soprattutto quando vi capiterà sotto le mani lo riconoscerete subito e non ve lo lascerete scappare!
Leo e Sara vanno tranquillamente a spasso nel bosco, quando senza preavviso il piccolo Leo viene inghiottito da un mostro peloso.
Senza battere ciglio Sara inizia l’inseguimento, ma sul più bello il primo mostro viene inghiottito da un secondo, e poi da un terzo, in una sequenza inesorabile come la Fiera dell’Est:
l’Inghiottone dei boschi viene mangiato dallo Gnammete alato,
che viene mangiato dall’Acchiappone marino,
che viene mangiato dallo Slurpante spinato,
che viene mangiato dallo Zompone coi denti a sciabola.
Che ha la panza piena e si addormenta.
Allora finalmente Sara riesce a entrare nel suo stomaco e da lì in quello del secondo mostro e così via fino a trovare Leo, che la aspetta tranquillamente leggendo un fumetto, anche lui con la torcia in mano.
Come usciranno? Lo lascio scoprire a voi.
Vi racconto invece cosa trovo pregevole in questo libro.
Innanzitutto il suo aspetto da “libro normale”, e mi perdonerà l’autore, che è in realtà un esperto fumettista prestato al libro per bambini. Intendo che il suo stile è immediatamente fruibile, non pittorico, elaborato, stratificato o concettuale, come a volte vedo fare.
Dai comics deriva il modo “logico” in cui sono sistemate le illustrazioni sulle pagine: la sequenza è perfettamente comprensibile anche da un bambino piccolo.
Come nei fumetti, c’è un ritmo:
più disegni in sequenza danno il senso della rapidità, gli ampi quadri danno respiro e panorama.
Mancano i baloon, le classiche “nuvolette”, perché questo è un libro e non un fumetto. Ma tutto funziona alla perfezione.
Lo stile, i colori e il tono della narrazione si mantengono costanti, niente momenti di oscuro pathos.
Tutto è lineare perché tutto finirà bene.
E poi naturalmente c’è la storia.
Che è divertente, comprensibile, ritmata. In cui l’intelligenza e l’energia dei piccoli trionfano sulla rozza animalità dei mostri.
È una storia che ha una sua sonorità:
un plauso alla traduttrice che ha saputo rendere i nomi assurdi dei mostri e i rumori che fanno (un altro prestito dal linguaggio dei fumetti).
Un’eroina in jeans, bici e caschetto:
l’imperturbabile ostinazione di Sara e l’inventiva con cui trasforma la sua bicicletta in modo da andar per mari e montagne, e finalmente volare verso casa, vi conquistano da subito. Girl power!