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Si fa presto a dire Greta

Chiariamo subito: sono una fan di Greta Thunberg. Mi dò da fare, sul serio, per proteggere il nostro ambiente, e cerco di trasmettere i miei valori ai miei figli.

Quindi, tutto ciò che aiuta a diffondere questa consapevolezza nei riguardi del nostro ambiente mi rende felice.

Ma quando si tratta di libri, divento seria. Forse un po’ come Greta, che ammiro tanto, così schietta e severa.


 


Per questo motivo mi sono un po’ irrigidita nel vedere una serie di titoli apparsi di recente, dedicati anche a giovani e giovanissimi, tutti centrati sulla ragazza svedese dalle lunghe trecce.

Testi di valore o solo un modo di far soldi?

Racconti semplificati con attenzione per essere compresi anche dai piccoli, o banalizzati per creare un’aura di mito intorno alla pulzella e allontanarci da un tema che invece merita tutta la nostra concreta preoccupazione?

Ho deciso di leggerne due, basandomi sulla qualità del layout grafico e sulle recensioni di altri lettori. Devo dire che – per fortuna – sono caduta bene.

Li consiglio entrambi, ma sono abbastanza diversi fra loro per contenuto e target, quindi la scelta dipenderà dalla lettrice o lettore a cui vogliamo regalarli. Uno è un testo divulgativo, il secondo una biografia.


Cominciamo da “Il mio nome è Greta” di Valentina Giannella, con illustrazioni di Manuela Marazzi.

Ho una predilezione per i libri che volutamente limitano la palette dei colori a poche tinte: questo testo è tutto giocato sui toni del giallo (si parte naturalmente dall’impermeabile di Greta) dell’azzurro e del blu. Anche il bianco ha un ruolo importante, negli ampi margini, nei titoli su fondo colorato che spezzano il testo in brevi capitoli.

Si tratta di un saggio più che di un racconto.

Un compendio di ciò che occorre sapere per comprendere le ragioni del movimento dei giovani guidato da Greta. A lei è dedicata solo la primissima parte, poi si spiega qual’è la situazione attuale del nostro pianeta, stando ai dati più attendibili, e quali sono le misure concrete che ciascuno di noi può adottare per contribuire alla soluzione del problema.

Qui a mio avviso inizia la difficoltà per un lettore veramente giovane, diciamo di dieci anni come dichiarato in copertina, perché – pur essendo semplificati i concetti – viene data una serie di riferimenti che a mio avviso non rientrano nel bagaglio di una ragazza o ragazzo di quell’età.

Niente da togliere alla qualità del testo: le informazioni per capire come siamo messi e cosa possiamo fare per salvare il pianeta ci sono tutte. Potremmo comprarlo ora, e leggerlo noi adulti, in attesa che la nostra o il nostro cucciolo maturino per leggerselo da soli, e nel frattempo usarlo un po’ alla volta per trasmettere qualche concetto isolato.

Questo primo libro parte da Greta ma il suo vero obiettivo è informarci su cosa sta succedendo e come possiamo agire.



Il secondo libro invece è centrato sulla figura della Thunberg, si chiama infatti “La storia di Greta”, edito da DeAgostini. Sottotitolo uno: “Non sei troppo piccolo per fare cose grandi”. Sottotitolo due: “La biografia non ufficiale di Greta Thunberg”.

Nomi di autrice e illustratrice (Valentina Camerini e Veronica Carrarello) assenti in copertina, ma scritti nel colophon (la pagina con tutti i dati editoriali) in un corpo minuscolo. Perché mai? Questa cosa mi fa storcere un po’ il naso. Soprattutto perché il testo è valido, e le illustrazioni gradevoli.

Non so dire in che misura il racconto corrisponda alla realtà o sia romanzato, ma mi è sembrato veramente alla portata di una ragazzina delle medie.

Al termine della lettura si ha la sensazione di conoscere molto meglio la storia della giovane attivista e le sue motivazioni, che si auspica diventino anche le nostre.

Si presenta come un classico tascabile, con la copertina ben illustrata a colori e l’interno in bianco e nero, disegni compresi. Il testo è molto spaziato, ben diviso in capitoli, uno di quei “primi libri” che danno la sensazione ai piccoli di aver letto chissà che, un vero “lungo” libro da grandi!

Gli ultimi brevi capitoli sono dedicati al concetto di “riscaldamento globale”, a un elenco di azioni virtuose e a una “cronologia dell’inquinamento” a partire dalla rivoluzione industriale. C’è anche una sorta di bibliografia (anche in inglese.. ma quale ragazzina si andrà a leggere un articolo del Guardian??) che penso serva a rassicurare i genitori sulla bontà di questo prodotto editoriale.


Chiudo con una riflessione da mamma.

In ogni caso, che mi interessi di più trasmettere ai miei figli la storia epica della giovane attivista afflitta da inguaribile intransigenza, o il dramma della plastica negli oceani, o le conseguenze del riscaldamento globale, cerco di farlo a piccole dosi.

Nessuno nega i fatti, ma a volte mi dimentico che i bambini non hanno colpa di quanto sta accadendo, e rischiano di sentirsi impotenti, spaventati o schiacciati da queste realtà assurde che abbiamo creato “noi grandi”.

Quello che sto raccontando serve a placare il mio senso di colpa o di impotenza come adulto?

Se io mi sento impotente, e lo trasmetto, temo che questo sentimento si decuplicherà nel mio cucciolo, che già ha ben chiaro che tante cose non le può fare.

Se ribalto prima io la prospettiva, e penso a cosa posso fare per aiutare l’ambiente, posso spiegare con le azioni, facendo insieme la raccolta differenziata eccetera eccetera.

Si fa presto a dire Greta (e a comprare un libro) ma poi sarebbe il caso di onorare il suo impegno e la nostra madre Terra cambiando per il meglio il nostro modo di vivere.

Il nostro esempio funziona meglio di qualsiasi racconto.