Alberi e api

“Drevesa”, cioè “alberi”, è il titolone che campeggia sulla copertina. Sotto, una creatura antropomorfa un po’ in stile Arcimboldo, ma in versione – appunto – albero. Sembra un ritratto.

Il libro è bello grande, cartonato, lucido (per la plastica che lo ricopre). Lo afferro, lo sfoglio..

Troppa roba!! Devo portarmelo a casa!

Per fortuna questi raptus mi prendono in biblioteca, e non in libreria, se no saremmo rovinati…


Sono nella meravigliosa biblioteca di Nova Gorica, mentre mio figlio stenta a trovare qualcosa da leggere (scopriremo dopo che siamo nella zona sbagliata, i libri per le elementari sono più in là). Quel poco di sloveno che so mi permette di decifrare l’argomento del libro che mi ha stregato. Finalmente il piccolo trova un fumetto sugli indiani, prendiamo qualche dvd e possiamo andare.

Per farvela breve, una volta a casa ho scoperto che:

1) di questo libro esiste anche l’edizione italiana,

2) esiste anche un titolo precedente, sempre degli stessi autori,

3) anche questo è altrettanto ben fatto.

Piotr Socha e Wojciech Grajkowski, polacchi, sono gli autori di questi due capolavori quasi gemelli, tradotti in italiano come “Il regno delle api” e “Il regno degli alberi”. Entrambi recenti, 2015 e 2018.


Di solito la letteratura per l’infanzia viene suddivisa in “fiction” e “non-fiction”.

Da un lato i racconti di fantasia, dall’altro i libri di scuola, i testi scientifici o storici che spiegano ai bambini il mondo che ci circonda.

Questi due di cui vi parlo gravitano nell’orbita della non-fiction. Hanno però qualcosa di veramente speciale che li rende divertenti e straordinariamente efficaci, come non ti aspetteresti da un testo divulgativo.

 

 

Intanto il formato, circa 28 di base per 37,5 di altezza, quindi diciamo che sfiorano l’A3. C’è spazio per un saaaacco di disegni.

In più gli autori hanno ragionato sempre sulla doppia pagina, quindi – alè! – si apre e troviamo una GRANDE illustrazione, o una rassegna di tante piccole immagini, che però restano comunque abbastanza grandi per poterne apprezzare i dettagli.

Lo stile grafico imbroglia un po’.. ricorda quello di una vecchia enciclopedia: il bordo, i filetti, i capolettera, i caratteri di tipo “classico”. Niente numeri pagina: le illustrazioni più rilevanti, che verranno citate nel testo, riportano la dicitura “Tavola..” e il numero romano (roba seria).

Il fondo della carta è volutamente anticato e ci sono anche delle finte “patacche” (un acquirente Amazon voleva restituirlo per questo motivo, e all’inizio c’ero cascata anch’io!).

Ma dai colori vivaci, dallo stile un po’ “cartoonish” dei personaggi, capisci che siamo nell’era del talento digitale.


I colori sono la prima cosa che ti attira, abbastanza realistici ma tutti virati verso tonalità brillanti.

Anche il disegno è realistico e super dettagliato. Però – ovunque sia possibile – emerge la cifra personale, ironica dell’illustratore, che viene dal mondo dei cartoon. Un modo di deformare le proporzioni che diverte e alleggerisce all’istante.

Fiction e nella non-fiction allo stesso tempo.

Testo e illustrazioni restano fedeli alla realtà, ma sono accompagnate da un tono leggero e scherzoso, che aiuta a trattenere le nozioni. Personalmente non sono un’esperta di apicoltura o botanica, quindi non potrei esprimermi, ma ho letto recensioni positive anche da parte di addetti ai lavori sulla qualità delle informazioni trasmesse.

È l’uovo di Colombo? Certo che sì:

fatemi ridere e ricordo meglio quello che state cercando di insegnarmi.

Facile in linea di principio. Però è veramente difficile tradurlo in pratica, mantenere l’equilibrio fra verità scientifica e “stratagemmi” della divulgazione.

E soprattutto dare a questo equilibrio una forma grafica che non sia semplicemente chiara e dignitosa, ma che sia una gioia per gli occhi, un oggetto che educhi anche alla bellezza.


Se vi è capitato di dover scegliere un libro, fra i moltissimi in libreria nelle sezioni di storia o scienze per bambini e ragazzi, sapete di cosa sto parlando… Testi tristisssssimi e lunghisssssimi con poche figure (cultura = serietà = poco divertimento) oppure tomi stipati di immagini-paragrafi-colori-foto come se non ci fosse un domani (cultura = quantità = tanta roba!!).

E quindi, quando qualcuno riesce in questa impresa, onore al merito!

Last but not least, entrambi i testi trasmettono un sincero legame col mondo naturale. Perciò anche se non ci sono discorsi specifici sul disastro ambientale causato dai comportamenti irresponsabili dell’uomo, il concetto affiora comunque.

Al termine della lettura sappiamo VERAMENTE più cose sugli alberi e sulle api.

E sulla loro importanza per la nostra sopravvivenza. Quindi siamo naturalmente portati ad apprezzarli e a proteggerli.


Onestamente non saprei quale età consigliare per questa lettura. I caratteri sono – ahimè – un po’ piccoli (unico neo che posso trovare) e vedo bene un adulto ad accompagnare un bambino attraverso queste pagine.

Ci vorrà tempo (le medie?) perché decida di rileggerseli da solo e abbia la soddisfazione di capirli per intero.

Parliamo di due di quei libri che possono essere amati prima e compresi poi. Comprati da piccoli per la bellezza delle “figure” e ripresi in mano più volte negli anni, sempre con piacere e curiosità.