Libri brutti? Giammai!
Supponiamo di dover fare un regalo al figlio/alla figlia di una cugina, e di aver avuto la brillante idea di comprargli un libro “con le figure”. Supponiamo anche che pur non avendo alcuna idea di cosa scegliere, ci si tuffi fiduciosi in una libreria qualsiasi, magari una di quelle “mega” dei nostri centri commerciali.
Potrebbe essere un pomeriggio faticoso, lo sapevate?
Scherzo: intanto complimenti per l’idea, perchè regalare un libro a mio avviso è molto spesso una buona idea.
Ma quale scegliere? Ci vogliono almeno delle linee generali per orientarsi.
Da “drogata di libri” madre di due figli vi dò le mie, poi sicuramente voi avrete le vostre, e mettendoci anche un po’ di sano istinto (andando “a pelle”, o “di pancia” come si dice) magari ce la facciamo a uscire con qualcosa di decente 🙂
Cominciamo da quello che non tutti sanno:
non tutti i libri illustrati sono per bambini.
Cioè esistono bellissimi libri con stupende illustrazioni, che però non sono pensati per un pubblico di cuccioli. Tecnicamente si chiamano “albi illustrati”, ricevono premi e segnalazioni, e spesso grazie a queste “garanzie di qualità” finiscono nel reparto bambini delle librerie o delle biblioteche.
Però già sfogliandoli vi siete accorti che c’è qualcosa nell’argomento o nel tono che non vi sembra adatto al vostro destinatario.
Fidatevi, avete ragione voi.
Sono libri splendidi che hanno la loro ragione d’essere soprattutto nel mercato autoreferenziale degli autori e illustratori, e possono essere apprezzati da un pubblico più maturo. O selezionato, diciamo “di nicchia”.
All’estremo opposto troviamo la paccottaglia commerciale uscita dalle serie tv, dai film d’animazione, dai giochi di tendenza.
Ne ho comprati chili anch’io e non me ne vergogno, ai bambini piace e se volete vincere facile compratela e uscite presto dal negozio.
L’unico problema è che a casa probabilmente ne hanno già tre uguali per tipo (mica fate i regali solo voi).
Nella zona intermedia troviamo molte opzioni, e sicuramente ci sono ottime possibilità di scelta, fra brevi storie, albi da leggere e colorare, piccoli manuali (ah, i “lavoretti”!), libri sul mondo e sugli animali, eccetera.
Le indicazioni sull‘età del lettore non sono vincolanti: ogni bambino è a sè. Spesso, a mio parere, pur di vendere si indica un’età più bassa di quella reale.
Il parere del libraio può essere d’aiuto, in ogni caso sfogliateli e leggeteli VOI: se un libro vi prende, e vi diverte da subito, in quella parte giocosa e spontanea che per fortuna ancora ciascuno di noi conserva, è già mezzo incartato.
Io segnalo solo alcuni dei miei personali indizi per stanare gli intrusi.
- Libri affascinanti ma incomprensibili: scritti e/o disegnati dagli autori per loro stessi. Spesso definiti “poetici”.
- Libri scritti come se i bambini fossero stupidi. Ridondanti di diminutivi, vezzeggiativi, stereotipi (tipo la mamma che stira col grembiule).
- Libri al chilo: raccolte immense di fiabe, mini-enciclopedie stipate di nozioni, disegni, foto. Libri che pesano più del bambino stesso e che vi fanno pensare ai pacchi scorta del supermercato.
- Monografie a scopo educativo: vite romanzate di grandi personaggi, spesso consigliate “dagli otto anni in su”. Cosa cosa?
Per intenderci, le famose “Ragazze ribelli” io le ho comprate, ma poi le ho lette INSIEME a mia figlia, perchè per certi argomenti di vita vissuta, COME una storia è scritta e presentata fa TUTTA la differenza.
Ricordate “Cuore”? Vi è piaciuto? Ecco.
Poi ci sono dei libri che trovo semplicemente brutti (cioè con grafica e illustrazioni di bassa qualità): e non lo dico per fare la schifiltosa. Un libro educa su molti livelli, e la forma fa la sua parte.
Solo perchè un bambino “ancora non capisce” non gli si può propinare qualsiasi cosa.
Occorre ricordare che quello dei libri per bambini e ragazzi è un vero e proprio mercato. I luoghi in cui acquistiamo i libri sono negozi, non enti di promozione culturale.
È molto più probabile trovare la qualità nel reparto bambini delle biblioteche pubbliche, dove gli acquisti sono già stati filtrati da persone con esperienza. In effetti mi capita spesso di regalare libri che ho scoperto nelle mie incursioni in biblioteca.
Non vorrei essere fraintesa: è stupendo che la produzione di libri per l’infanzia sia così sviluppata. Che la scelta possa essere così complicata. Che ciascuno possa trovare la propria sfumatura preferita in un vasto arcobaleno di tinte.
Però a volte trovo salutare tornare all’essenziale, distinguere fra ciò che è sostanza e ciò che è accessorio.
Come fanno così spesso i bambini, che possono tranquillamente snobbare il loro corredo plasticoso (e costoso) di giocattoli e perdere un pomeriggio a giocare con i sassi.
Così come il cibo è informazione per il nostro corpo, l’informazione è cibo per la nostra mente.